Eni supera le attese nel terzo trimestre 2025: i risultati, determinati dalla solida esecuzione della strategy, combinano crescita di volumi ed efficienze di costo e permettono di incrementare per la seconda volta la stima annuale di generazione di cassa nonostante lo sfavorevole scenario prezzi/cambi. “In un contesto di prezzi del greggio deboli e di un euro in rafforzamento, la performance economica finanziaria conferma l’efficacia della nostra strategia e del modello satellitare che consente di assicurare una crescita accelerata e dividendi stabili”, ha spiegato Claudio Descalzi.
Il CEO di Eni lascia parlare i numeri: “L’EBIT proforma è stato solido a €3 miliardi, così come l’utile netto a €1,2 miliardi, +20% rispetto alle aspettative. Altrettanto significativa la performance di cassa con un CFFO a €3,3 miliardi. La leva finanziaria proforma si attesta al 12%, un livello che resta ai minimi storici di Eni, e con una prospettiva a fine anno del 15-18%. In un contesto di prezzi più deboli, grazie all’incremento delle stime di cassa operativa, Eni si distingue nel settore aumentando la distribuzione con un incremento del buyback di €300 milioni a €1,8 miliardi, riducendo al contempo l’indebitamento”.
Ma a contraddistinguere il terzo trimestre 2025 sono state anche l’elevata redditività dei nuovi progetti oil&gas e un’eccellente gestione della base produttiva, che hanno contribuito notevolmente a determinare risultati superiori alle attese: “La produzione di 1,76 milioni barili/giorno è in forte crescita (+6% rispetto allo scorso anno) e ci consente di alzare la guidance annuale sino a 1,72 milioni barili/giorno, confermando il trend di accelerazione destinato a proseguire nei prossimi mesi grazie ai nuovi campi in sviluppo in Congo, EAU, Qatar e Libia, e all’avvio della combinazione di business in Indonesia e Malesia che costituirà uno dei principali player sul mercato del GNL nel continente asiatico. La valorizzazione dei nostri business continua con l’incasso dalla cessione del 30% del campo di Baleine in Costa d’Avorio, secondo il consolidato dual exploration model, e con l’avanzamento della cessione del 20% della quota di Plenitude al fondo Ares, per il quale tutte le condizioni sospensive sono state completate. Con questa operazione i due business di Enilive e Plenitude hanno determinato incassi per circa €6,5 miliardi negli ultimi due anni”.
Claudio Descalzi, nel sottolineare il valore della performance e i rilevanti progressi nell’esecuzione della strategia di transizione, ha parlato anche del percorso di crescita delle società satelliti: “Il piano di potenziamento dell’hub di Sannazzaro e di conversione di Priolo segnano nuovi progetti di sviluppo della bioraffinazione e contribuiscono al piano di trasformazione del nostro downstream; allo stesso tempo Plenitude ha raggiunto i 4,8 GW di capacità installata di generazione rinnovabile, in linea con l’incremento che traguarda i 5,5 GW entro fine anno. Inoltre, è stata avviata la partnership con GIP destinata a massimizzare il potenziale di crescita delle attività di CCUS del nostro portafoglio”.
I numeri registrati nel terzo trimestre dimostrano quindi “come tutti i principali elementi della nostra strategia stiano progredendo con successo in modo contestuale: stiamo crescendo in modo competitivo in tutti i nostri business chiave; nell’upstream stiamo avviando nuovi progetti assicurandoci nel contempo nuove opportunità tramite il nostro know-how esplorativo e tecnologico al top dell’industria; e stiamo aprendoci nuove opportunità nell’ambito della transizione energetica”. Inoltre, ha sottolineato infine Claudio Descalzi, “stiamo creando sempre maggiore valore in termini di gestione rischio/rendimento attraverso il nostro dual exploration model e tramite la strategia satellitare, che ci consentono di ridurre il debito e condividere la creazione del valore con i nostri azionisti”.
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