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Claudio Descalzi: “Eni sempre più solida sul mercato. Regeni? Facciamo chiarezza. Le persone prima degli affari”

Quali strategie si celano dietro l’affare di Abu Dhabi? Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, non si risparmia: la multinazionale entrerà di forza nel mercato dell’area del Golfo Persico, uno dei più ricchi e promettenti del settore petrolchimico, ma ultimamente spartito tra USA, Francia e Gran Bretagna. A chi gli fa notare quanto questa operazione rimandi allo storico fondatore, lui nega: “Non sono un nuovo Mattei”.

Tuttavia l’importanza della trattativa appena conclusa è innegabile: Eni ha acquisito il 20% di Adnoc Refining, dal valore di 3,3 miliardi. La conseguenza principale è un notevole miglioramento a livello tecnologico dei servizi forniti e, soprattutto, l’aumento del 35% della capacità di raffinazione. L’obiettivo a lungo termine è quello di portare gli impianti a una capacità di 1,1 milioni di barili al giorno, fino a raggiungere successivamente 1,6 milioni di barili, “un volume che potrà portare l’intero complesso”, riferisce con orgoglio Claudio Descalzi, “a essere il primo al mondo”.

Grandi soddisfazioni, che non seguono, in parallelo, la reputazione delle compagnie petrolifere, spesso accusate di essere agenti inquinanti. In questo contesto, è opportuno precisare l’attenzione che Eni presta all’ambiente. La sostenibilità è uno dei valori che l’azienda vuole incarnare, ma non solo attraverso slogan; i fatti parlano: emissioni di CO2 dimezzate, raffinerie tramutate in Bioraffinerie a Gela e Venezia, rifiuti trasformati in olio combustibile e si lavora per le plastiche biodegradabili. E se nel futuro si prospetta la crescita della mobilità elettrica, di certo il colosso Eni non è preoccupato, tanto meno si sente penalizzato. Lo stesso Descalzi rifiuta la competizione elettrico – metano, meglio ragionare in termini di complementarietà: “Se l’elettrico è il vettore, il metano è la materia prima. L’elettrico a mio avviso avrà un futuro soprattutto nei grandi agglomerati urbani. Lo accompagneremo come venditori. L’importante è che non sia fatto col carbone”.

Ma c’è qualcosa che va ben oltre il mercato, gli affari e le strategie per essere un leader. Si tratta delle persone e del rispetto delle vite umane, a tal proposito il collegamento all’Egitto e a Giulio Regeni è immediato. Al momento non c’è ancora chiarezza circa i fatti e secondo l’Amministratore Delegato è inammissibile: “È un dovere di tutti capire cosa e perché è successo. Le priorità sono queste. Non accetto che il posizionamento all’interno di un Paese non tenga conto di questo”.

Antonino Spano

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