10 Ottobre 2024
“La notizia di oggi rappresenta un passo importante verso la creazione di una nuova filiera di business legata alla transizione energetica”,ha rimarcato l’AD Claudio Descalzi lo scorso 4 ottobre commentando quanto annunciato dal Governo Britannico:lo stanziamento di fondi in riferimento alla concessione della Licenza Economica per il progetto di trasporto e stoccaggio di CO2 (T&S) di Liverpool Bay. Il finanziamento, che include investimenti per gli emettitori industriali in Track 1, segna il lancio dell’industria CCS nel Regno Unito. E, come sottolineato anche dall’AD di Eni, rappresenta una tappa fondamentale verso la fase esecutiva del progetto HyNet, che sbloccherà ulteriori significativi investimenti nell’area.
Tra i progetti CCS più avanzati del Regno Unito, HyNet North West permetterà infatti di catturare l’anidride carbonica prodotta dalle industrie hard-to-abate nel Nord Ovest dell’Inghilterra e del Galles del Nord e di immagazzinarla definitivamente e in maniera sicura nei campi a gas esauriti nel Mare d’Irlanda apportando un contributo significativo nel ridurre l’impatto di queste industrie e nel raggiungimento dell’obiettivo del Regno Unito di stoccare 20-30 milioni di tonnellate di CO2.
Con una capacità iniziale di stoccaggio pari a 4,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno nella prima fase, e un aumento potenziale fino a 10 milioni di tonnellate di CO2 all’anno dopo il 2030, HyNet trasformerà quindi una delle regioni industriali più energivore del Paese in uno dei primi cluster industriali a basse emissioni di carbonio al mondo attraverso il riutilizzo dei giacimenti di gas depletati operati da Eni nella baia di Liverpool.
“HyNet diventerà uno dei primi cluster a basse emissioni di CO2 al mondo e il progetto decarbonizzerà uno dei principali distretti industriali ad alta intensità energetica, promuovendo una crescita economica significativa in questa regione del Regno Unito”, ha aggiunto inoltre l’AD Claudio Descalzi ricordando che il valore del progetto è anche nella capacità di garantire l’occupazione locale e di mantenere nel lungo periodo la competitività industriale del Paese attraverso la creazione di nuove catene produttive e posti di lavoro.
Partner chiave nella transizione energetica del Regno Unito, Eni ha raggiunto una posizione di leadership nel Paese: oltre a essere l’operatore delle attività di trasporto e stoccaggio di CO2 del progetto HyNet, ha un ruolo di primo piano anche nel progetto Bacton Thames Net Zero, che mira a decarbonizzazione il sud-est dell’Inghilterra e la regione del Tamigi.
Non a caso anche l’AD Claudio Descalzi ha parlato di “impegno condiviso” sottolineando come l’annuncio del Governo britannico rappresenti “una dimostrazione concreta di come i Governi e l’industria possono lavorare insieme per attuare politiche industriali efficienti e pragmatiche per accelerare la decarbonizzazione, e conferma il ruolo di Eni come partner chiave del Paese verso il Net Zero”: il Gruppo è presente lungo tutta la catena del valore dell’energia con una posizione di rilievo non solo nel settore CCS ma anche dell’eolico offshore, fino al potenziale sviluppo di progetti legati alla fusione magnetica, oltre all’intenzione di continuare a contribuire alla sicurezza energetica del Paese, tramite la business combination tra Eni UK e Ithaca Energy per le attività upstream. Queste attività consolidano il portafoglio strategico di Eni nel Regno Unito con un piano di investimenti focalizzato per oltre l’80% su attività decarbonizzate, perfettamente in linea con l’ambizione del Paese di essere leader globale nella transizione energetica.
Nel progetto, inoltre, si riflette pienamente l’importanza che Eni attribuisce alla CCS e il ruolo cruciale che le riconosce nella transizione energetica: il Gruppo guidato da Claudio Descalzi ritiene infatti che possa diventare una linea strategica importante per lo sviluppo e la decarbonizzazione dell’azienda rappresentando una soluzione per ridurre le emissioni ma anche un’opportunità per generare valore, creando un nuovo business legato alla transizione. È in quest’ottica che Eni ha consolidato un modello distintivo funzionale allo sviluppo di progetti CCS più efficienti in termini di costi e tempi di realizzazione basato su tre elementi distintivi: l’ampio portafoglio di giacimenti di gas depletati, il riutilizzo di parte delle infrastrutture già esistenti, e il posizionamento degli asset in prossimità dei cluster industriali.