Categories: News

Claudio Descalzi: il Clean Cooking Programme di Eni

Parlando in più occasioni delle attività di Eni in Africa e dei progetti avviati nei Paesi in cui è presente, l’AD Claudio Descalzi ha ricordato che “se vogliamo che l’Africa sia un vero interlocutore, dobbiamo aiutarla e farla crescere”. Lo aveva spiegato efficacemente anche lo scorso anno intervenendo al B7 Italy, il summit organizzato da Confindustria: “Prima di parlare di Africa bisogna conoscere questo Paese e prima di pensare a uno scambio alla pari bisogna dare quello che abbiamo preso per 100 anni. Non possiamo andare in Africa solo per prendere energia, dobbiamo prima dare puntando sull’istruzione, l’accesso all’energia e all’acqua”.

Parole che riassumono efficacemente la vision di Eni, attiva in Africa sin dagli anni ’50 del secolo scorso. Oggi nei diversi Paesi in cui opera sta portando avanti attività che spaziano dalle energie tradizionali alle rinnovabili e alle bioenergie, in linea con il tipico approccio basato sulla diversificazione energetica in quanto elemento strategico per raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050. Eni è fortemente impegnata nel valorizzare le abbondanti risorse del continente, sviluppare collaborazioni che contribuiscano a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e affrontare le sfide legate alla transizione energetica. “Il destino dell’Africa è legato al nostro. Da sempre, investiamo nel continente per creare valore nel lungo termine in modo condiviso, portando avanti una visione strategica che offre opportunità sia per l’Africa sia per l’Europa”, ha rimarcato Claudio Descalzi. In parallelo, lo sguardo di Eni è rivolto a comunità e territori: dalle attività funzionali a promuovere l’accesso all’energia nel continente ai diversi progetti di sviluppo locale che sono stati avviati, con particolare attenzione per la crescita sostenibile e inclusiva del settore agricolo. La costruzione di nuovi centri di ricerca (come Oyo in Congo e Solar Lab in Algeria), l’integrazione nella catena del valore dei biocarburanti (in Kenya, Mozambico, Congo, Costa d’Avorio e Ruanda, tra gli altri), il fotovoltaico in Nigeria e Congo, i programmi educativi incentrati sul settore energetico e sull’aggiornamento professionale (in Egitto, Mozambico e Costa d’Avorio). Senza dimenticare il Clean Cooking Programme che dal 2018 contribuisce a migliorare la vita delle famiglie in Africa riducendo l’uso della legna per cucinare garantendo benefici per la salute delle persone e per l’ambiente: ad oggi sono circa 2 milioni le persone coinvolte nei diversi Paesi in cui il programma è attivo. Tra questi Mozambico, Congo, Costa d’Avorio, Ruanda e, come evidenzia anche “Il Sole 24 Ore” in un recente articolo, Angola.

Qui lo scorso anno la controllata locale del gruppo guidato da Claudio Descalzi, Eni Natural Energies Sucursal em Angola, ha avviato il progetto sulla base dell’accordo sottoscritto con il Governo angolano nel luglio 2022: in particolare, come riprota l’articolo, l’obiettivo è “sostenere le famiglie che vivono nelle aree rurali e suburbane di 7 province del Paese per favorire l’accesso a soluzioni di cottura più efficienti, affidabili e sostenibili dal punto di vista energetico”. La distribuzione dei fornelli ha già coinvolto 500mila persone nelle province di Benguela, Cuanza Norte, Cuanza Sul, Huambo, Icole-Bengo e Uige ma si punta a raggiungerne più di 2 milioni entro il 2030, riducendo le emissioni associate alle attività di cottura.

Numerosi i benfici derivanti dall’introduzione dei fornelli: dalla riduzione di tempi e costi legati alla cucina fino al miglioramento delle condizioni di salute a fronte di una minor esposizione ai fumi tossici, soprattutto per le donne. Inoltre, il tempo risparmiato può essere dedicato a studio, lavoro e impresa, favorendo l’empowerment femminile. Il progetto prevede anche attività di formazione su come utilizzarli correttamente e in sicurezza, oltre a percorsi integrati di sensibilizzazione su salute e nutrizione realizzati da Dom Bosco e Medici con l’Africa Cuamm. I fornelli distribuiti gratuitamente alle famiglie sono fabbricati localmente nei centri di formazione Dom Bosco di Luanda e Benguela. Il programma fornisce quindi lavoro e competenze a giovani in contesti svantaggiati: sono circa 200 i posti di lavoro che ne sono derivati ma si punta a superare i 400 e a introdurre entro il 2026 soluzioni più avanzate, come fornelli a induzione o a pirolisi, per eliminare l’uso della biomassa legnosa.

seo@reputationmanager.it

Recent Posts

Eni – Petronas, l’intervista a Claudio Descalzi: “Si apre una nuova fase in Asia”

“È un’operazione trasformativa, abbiamo creato una società di grandi dimensioni e dall’enorme potenziale”: lo evidenzia…

5 giorni ago

Claudio Descalzi: Eni nel terzo trimestre 2025, la vision sui risultati

Eni supera le attese nel terzo trimestre 2025: i risultati, determinati dalla solida esecuzione della…

2 settimane ago

Claudio Descalzi: la vision di Eni al “Green & Net Zero Talk – L’energia interconnessa”

Mai guardare alla tecnologia come a “un totem, una fede”. Le tecnologie “si accumulano, si…

3 settimane ago

L’intervento di Claudio Descalzi al Forum Coldiretti

“La transizione energetica resta un obiettivo fondamentale, soprattutto come strumento di diversificazione, che rappresenta l’unico…

3 settimane ago

Eni Award 2025, Claudio Descalzi: la ricerca deve generare innovazione concreta

“La ricerca scientifica nasce da una visione, un'ipotesi, una formulazione, un esperimento: la vera sfida…

1 mese ago

Italian Energy Summit 2025: cosa ha detto il CEO di Eni Claudio Descalzi

“Eni non ha alcun ripensamento sulla transizione energetica che abbiamo avviato nel 2014, prima dell’accordo…

1 mese ago