L’emergenza energetica, le nuove sfide per il settore, le prospettive per l’economia alla luce dell’evoluzione degli scenari geopolitici: Claudio Descalzi ne ha parlato lo scorso 28 settembre all’Italian Energy Summit de “Il Sole 24 Ore”. “Volumi aggiuntivi, rigassificatori e ottimizzazione dell’efficienza industriale ci porteranno a liberarci dall’importazione di gas dalla Russia”, ha spiegato l’AD di Eni. Pensare di dipendere da un solo Paese è una cosa negativa per l’Italia: “Potere utilizzare delle risorse scoperte e sviluppate, in cui Eni ha investito, almeno a monte ci dà sicurezza che quelle risorse ci sono e ci saranno”.
L’AD Claudio Descalzi ha quindi ricordato la prontezza di Eni nell’intervenire: “Siamo stati molto rapidi sulla diversificazione dei fornitori di gas”. Da un lato quei Paesi che già prima della crisi erano grandi contributori di gas. Basti pensare all’Algeria che ha “più che raddoppiato” il suo contributo: “Ci darà 3 miliardi addizionali da questo inverno e arriveremo a regime a 9 miliardi in più. Complessivamente il contributo del Paese sarà di 20 miliardi e rimpiazzerà, per noi, buona parte del gas russo”. Senza dimenticare quello della Norvegia che “quest’anno arriverà già a 4 miliardi”. D’altra parte si sono aperti “capitoli da zero” come li ha definiti l’AD Claudio Descalzi riferendosi agli accordi sottoscritti in Egitto, Qatar, Nigeria, Angola, Congo, Indonesia e Mozambico.
Ma per riuscire in questa diversificazione delle fonti di approvvigionamento per l’AD è altresì necessario diversificare “le strutture”: i rigassificatori “oggi sono completamente saturi visto che sul 2022 avremo già 10 miliardi addizionali di gas che nel 2023 diventeranno 17,6 miliardi, di cui 7 da Lng che devono trovare posizionamento”. Nuove infrastrutture ma per una risposta ancor più rapida secondo Claudio Descalzi bisognerebbe intervenire anche sul fronte della “burocrazia” in modo da velocizzare gli iter autorizzativi. Non bisogna perdere tempo: l’emergenza energetica non lo permette.
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