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COP 27: la vision dell’AD di Eni Claudio Descalzi

Importante coniugare lo sviluppo attraverso la sostenibilità ambientale, la sicurezza energetica e la competitività delle imprese: questa la soluzione dell’AD di Eni Claudio Descalzi per una crescita economica stabile. Lo ha spiegato intervenendo a margine della 27esima Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27) in programma quest’anno a Sharm El-Sheikh in Egitto. “Negli ultimi anni si è fatto molto sulla parte della sostenibilità ambientale che è un fatto assolutamente prioritario”, ha spiegato l’AD di Eni sottolineando l’importanza di prendere in considerazione anche gli altri due aspetti.

Parlo soprattutto per l’Europa, ovvero il fattore della sicurezza energetica perché ci vengono a mancare circa 160-170 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo e quello della competitività perché in Europa si deve lavorare con un costo dell’energia basso, con sicurezza energetica e con sostenibilità ambientale”, ha osservato l’AD Claudio Descalzi: conseguentemente “questi tre elementi fondamentali devono essere considerati insieme per poter progredire in modo solido e stabile”. In merito ai target, secondo l’AD non ci si può aspettare che a ogni Conferenza sul Clima ci siano progressi: “Speriamo ci siano ma le COP servono anche per consolidare i percorsi: se ne fa una ogni anno anche per verificare i miglioramenti, quali sono le aree critiche, per trovare un accordo per migliorarsi”.

Stupire con target troppo ambiziosi sarebbe controproducente: molto più utile invece verificare “se tutto il gruppo dei Paesi è capace di seguire quelli che stanno andando meglio”. Secondo l’AD Claudio Descalzi dunque queste conferenze si configurano come opportunità uniche per fare il punto su emissioni, tecnologie, implementazioni, norme, governance, policy: “In generale per capire se tutti gli stati stanno riuscendo a seguire i target di quelli più bravi, più performanti. È un evento importante, un momento di alleanze per capire quello che va fatto in termini di rinnovabili, di idrogeno verde, di cattura della CO2. Per consolidare”. Ma a impreziosire l’edizione di quest’anno è soprattutto la scelta di organizzarla in Africa: come ha fatto notare l’AD Claudio Descalzi è necessario infatti che si guardi anche ai Paesi in via di sviluppo “e che hanno necessità diverse da quelli Ocse che producono molta più CO2”.

Stefano Borroni

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