Che la ricerca scientifica sia al centro della strategia di Eni lo dicono i numeri: cinque i miliardi di euro investiti nell’ultimo quinquennio su questo fronte, come ha ricordato l’AD Claudio Descalzi lo scorso 14 ottobre intervenendo alla cerimonia per la consegna dei premi alla ricerca scientifica di Eni organizzata al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica. Il “Nobel dell’Energia” premia le migliori idee imprenditoriali innovative e sostenibili: giunto alla 13esima edizione, Eni Award è ormai considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente.
Nel corso dell’evento, che ha visto la partecipazione del Capo dello Stato, sono intervenuti la Presidente Lucia Calvosa e l’AD Claudio Descalzi: Eni da quest’anno, attraverso Joule, la sua Scuola per l’Impresa, ha istituito un ulteriore riconoscimento destinato a team, spin off universitari e startup per favorire l’applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie e al contempo promuovere la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.
“Oggi premiamo i ricercatori che stanno dando qualcosa agli altri, pensando al futuro dell’umanità”: nel corso del suo intervento l’AD Claudio Descalzi si è soffermato sul valore della ricerca scientifica sottolineando come non debba solamente avere “un occhio alla tecnologia e al sistema geopolitico” ma anche “andare verso una transizione giusta” perché “quello che facciamo deve far stare meglio il prossimo”.
Trasformare l’energia per l’AD di Eni significa dunque “non permettere che si creino gap, che esistono già”: nell’Africa subsahariana ad esempio ci sono 600 milioni di persone senza energia che “chiedono di poter cambiare e noi dobbiamo condividere questi sforzi”. È questo che deve fare la ricerca scientifica, come ha evidenziato Claudio Descalzi: “Deve servire a far star bene il prossimo. I ricercatori devono pensare al futuro dell’umanità. La ricerca scientifica è un atto di amore verso gli altri”.
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