Eni Award 2024, Claudio Descalzi: la ricerca è un seme che deve trovare un terreno

In più occasioni l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato l’importanza della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica per la transizione energetica e più in generale il ruolo fondamentale che possono giocare nel promuovere la sostenibilità e l’accesso all’energia. Indispensabile però è che si guardi alla ricerca con un approccio concreto, senza trascurare il mondo esterno e i suoi cambiamenti: lo ha ricordato lo scorso 15 ottobre intervenendo al Palazzo del Quirinale dove, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente del Consiglio di Amministrazione di Eni Giuseppe Zafarana, sono stati consegnati gli Eni Award 2024.

Il premio è stato istituito nell’ottica di promuovere la scienza e la tecnologia applicate all’ambiente attraverso la valorizzazione delle nuove generazioni di ricercatori: l’obiettivo per cui è nato nel 2008 è anche di sviluppare costantemente un migliore utilizzo delle fonti energetiche. Da allora sono arrivate più di 11mila candidature e gli Eni Award sono diventati un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e l’innovazione tecnologica nei campi dell’energia e dell’ambiente.

“La ricerca non dà solo un contributo tecnico ma anche di unione”, ha evidenziato Claudio Descalzi: per svilupparsi “ha bisogno di continuità e di essere connessa, non di isole, non ci possono essere strutture chiuse”. L’AD ha quindi sottolineato come, al pari della transizione energetica, anche la ricerca industriale richieda un approccio sempre più pragamatico: “Deve guardare anche al presente e non solo al futuro”. La ricerca è “un inizio, ma poi spesso rimangono solo articoli, premiazioni e invece, per dare terreno, bisogna poi investire in un processo industriale e commerciale che sia reale, inserendola in una catena del supply”: oggi, ha spiegato Claudio Descalzi, l’industria europea “si sta, non dico sgretolando, ma riducendo” a favore del terziario, che rappresenta invece il 70% delle attività e i giovani ricercatori, per quanto il loro lavoro venga premiato “anche con grandi appalusi”, sono costretti “ad andare da un’altra parte”. La ricerca invece è “un seme che deve trovare un terreno: se da una parte deve occuparsi di rendere ancor più efficiente e con meno emissioni l’industria attuale, dall’altra deve creare una nuova industria che non abbia componenti carboniche e nocive”. Parole in cui si riflette efficacemente il valore del riconoscimento istituito da Eni: la Commissione Scientifica, che ha valutato le ricerche presentate, è composta da scienziati che appartengono ai più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale e negli anni ha visto la partecipazione di 6 Premi Nobel.

Il Presidente della Repubblica, dopo aver ricevuto la medaglia coniata in occasione dell’edizione 2024 dell’Eni Award, ha quindi consegnato i Premi e conferito i ‘Riconoscimenti all’Innovazione Eni’ nonché la menzione speciale ‘Eni Joule for Entrepreneurship’ assegnata attraverso Joule, Scuola per l’Impresa di Eni, a team, spin off universitari, startup e volta a favorire l’applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie promuovendo nel contempo la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.