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“Futuro Quotidiano”: incontro con Claudio Descalzi

È stato l’AD Claudio Descalzi a inaugurare lo scorso 12 aprile “Futuro Quotidiano”: l’iniziativa, organizzata da “QN Quotidiano Nazionale” insieme alla Luiss School of Government, prevede una serie di incontri in cui i giovani studenti impegnati a costruire il proprio futuro hanno modo di confrontarsi con i protagonisti dell’economia, della politica, della cultura, dell’imprenditoria e del sociale sulle sfide del nostro Paese. E quella di garantire la sicurezza energetica è di sicuro una di quelle che più ha impegnato Eni negli ultimi mesi, come ha ricordato l’AD: “L’ultimo anno l’ho passato tutto in giro per il mondo. Abbiamo dovuto trovare, attraverso una diversificazione, nuovi fornitori”.

Entrando più nello specifico, Claudio Descalzi ha spiegato come ci siano Paesi che investono e poi vendono idrocarburi e altri “dove devi investire, sviluppare, mettere in produzione e poi hai una parte di queste risorse”. Se Eni è stata in grado di rispondere alla crisi, ha aggiunto l’AD, è anche “perché investivamo in quei Paesi da molto tempo: la sicurezza che abbiamo garantito è data dal lavoro fatto negli anni”. Difficile non pensare all’Africa dove “proprio per dare stabilità alla nostra presenza non ci siamo limitati a sfruttare dei giacimenti, ma abbiamo guardato anche ai bisogni di quelle comunità”: ad esempio “abbiamo investito più di 2 miliardi in cicli combinati per i Paesi africani”.

Intervistato dalla direttrice di “QN” Agnese Pini, l’AD Claudio Descalzi ha quindi illustrato la sua vision del futuro dell’energia. Potrebbe essere la fusione a confinamento magnetico il breakthrough tecnologico? Resta un “processo complicato”, per quanto stia arrivando “a una sua maturazione in termini di materiali”: sono molti i centri di ricerca che ne stanno studiando le potenzialità e altrettanti gli investimenti in questa direzione. “Anche noi lo facciamo a Boston nel progetto di Commonwealth Fusion Systems.

Se funziona lo sapremo nel 2025. In quel caso nel 2030 avremmo il primo prodotto industriale. Se avremo successo l’energia, una energia che sarebbe pulita, potrà diventare un prodotto di tutti, non più un bene che può essere usato come arma geopolitica”, ha sottolineato l’AD. In attesa di quella che ha tutte le caratteristiche per poter essere definita “una rivoluzione” serve pragmatismo.

Lo ha ribadito Claudio Descalzi: “La mobilità elettrica può essere importante. Ma abbiamo bisogno di un mix energetico, non c’è una fonte, né il gas né le rinnovabili né il nucleare, che risolve i problemi di tutti. L’importante è che sia pulita, e infatti non stiamo investendo molto nell’elettrico e nei biocarburanti. Non è un derby calcistico, una guerra di religione, fissati gli obiettivi serve neutralità tecnologica”.

Stefano Borroni

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