“Siamo in una situazione in cui le parole sono molto più avanti delle azioni, e purtroppo, non riflettono la complessità della realtà”: l’AD Claudio Descalzi lo scorso 17 ottobre nel corso del primo dei tre eventi Green & Net Zero Talk “Transition to Net Zero – Innovare l’energia” organizzato da RCS Academy in collaborazione con “Corriere della Sera” e Pianeta 2030, ha invitato a riflettere su come oggi si guardi alla sostenibilità. Per quanto continui ad essere fondamentale, specifica l’AD di Eni, è ormai diventata “una parola usata come slogan, senza che vi siano azioni concrete a supporto”. E lo stesso vale anche per l’energia e per molti altri temi cruciali, spesso ridotti a semplici titoli e stereotipi: “Quando non si sa cosa dire, si parla di sostenibilità, ma spesso il contenuto dietro queste parole è nullo. Parlare di sostenibilità è diventato quasi una formula vuota. Si ripetono continuamente concetti generici, senza andare mai al cuore dei problemi reali”.
Le considerazioni del manager, intervenuto nel panel “Diversificazione, competitività e sicurezza: sfide e strategie per la catena del valore della nuova energia”, si inseriscono in un ragionamento più ampio sulla situazione attuale: lo scenario energetico è infatti ancora in larga parte dominato dai combustibili fossili. “Negli ultimi dieci anni, e in particolare negli ultimi cinque, l’Europa ha lavorato intensamente per cambiare l’offerta energetica. Tuttavia, nonostante questi sforzi, la domanda a livello globale è rimasta pressoché invariata. Da oltre 20 anni, circa l’80-81% dell’energia mondiale proviene ancora da fonti fossili, e il carbone domina la produzione di elettricità a livello globale. Questo spesso lo dimentichiamo anche noi. Per fare qualche esempio: a livello mondiale, il carbone copre circa il 36% della produzione elettrica, mentre il gas è al 23%, il nucleare al 9%, e le rinnovabili al 12-13%”, ha spiegato Claudio Descalzi rilevando inoltre che “per quanto in Europa siamo leggermente più avanti con le rinnovabili, restiamo comunque in un mix energetico ancora fortemente legato ai combustibili fossili”. E anche in Italia, così come in gran parte del Mediterraneo europeo, “facciamo ancora affidamento su gas e rinnovabili, e questa situazione non sembra destinata a cambiare presto”. Nella vision dell’AD di Eni quindi “l’Europa rischia di non essere competitiva a causa della mancanza di una cultura unica e anche perché, a differenza della Cina e degli Stati Uniti, non stiamo puntando sugli investimenti e sulla crescita”. Claudio Descalzi ha parlato anche delle potenziali soluzioni: “Si parla molto di idrogeno, ma non sappiamo quando arriverà realmente. Il nucleare, secondo me, potrebbe essere una soluzione, soprattutto considerando l’aumento della domanda elettrica, non solo a livello industriale, ma anche per la mobilità”. Il riferimento è anche ai grandi data center e all’intelligenza artificiale. “Per dare un’idea delle dimensioni di questo aumento: solo nel 2023 Amazon e Microsoft hanno consumato più energia elettrica della Nigeria, un Paese con 180 milioni di abitanti. E questo solo per alimentare i data center e le tecnologie legate all’intelligenza artificiale. Questa crescita esponenziale delle richieste energetiche, legata anche alla trasformazione digitale, spesso viene sottovalutata”, ha evidenziato l’AD ribadendo che “purtroppo, non riusciamo a comprendere appieno le dimensioni della crescita demografica e tecnologica e l’enorme fabbisogno di energia che ne deriva”. Da qui la necessità di un maggior pragmatismo nella transizione ecologica: meno slogan, più azioni concrete.
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