Transizione green, incentivi, politiche europee e sicurezza energetica: ne ha parlato l’AD di Eni Claudio Descalzi lo scorso 2 giugno a “In Mezz’ora”. “La transizione energetica è irreversibile, indispensabile e sacrosanta ma se non riusciamo ad attirare capitale privato in questo processo e pensiamo di farlo solo con i sussidi, creiamo un danno a tutto il sistema”, ha sottolineato il manager.
“Dobbiamo riuscire a non vincolare il sistema, ad aprire al capitale privato e Bruxelles deve avere questa visione che significa guardare al futuro senza dimenticare però il presente”. È possibile definire “tecnologie, obiettivi e tempi” ma, ha spiegato Claudio Descalzi, “i soldi devono metterli i capitali privati e se dai degli obiettivi devi dare la possibilità a ogni attività industriale di ottimizzare gli strumenti finalizzati a raggiungere tali obiettivi, e di farlo in modo libero”.
Secondo l’AD Claudio Descalzi necessario quindi è dare priorità “a quegli strumenti, vettori e tecnologie che sono già pronte e che decarbonizzano”. Eni si sta muovendo in questa direzione da oltre dieci anni, come dicono gli investimenti “nei biocarburanti, a sostituire il petrolio con rifiuti o prodotti agricoli non in competizione con la filiera alimentare” ma con “una filiera completamente diversa”. Progetti come quelli per convertire raffinerie in bioraffinerie, sviluppati “senza aspettare che venisse data una direzione”, ha specificato Claudio Descalzi parlando di “pragmatismo anglosassone”, ovvero “dare la capacità alle imprese, controllandole, a sviluppare l’attitudine imprenditoriale”. Sarebbe sbagliato pensare “di dare sussidi su sussidi perché fanno parte di un sistema che atrofizza la capacità imprenditoriale”, ha ribadito infine l’AD di Eni.
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